La coltelleria in via Calderia è nello stesso posto da oltre cinquant’anni. Ad aprirla fu Romano Bonini, andato in pensione nel 2007

di Luca Cinotti

 

 

LUCCA. Storia di coltelli, di bottiglie lanciate come proiettili e di vandali. In mezzo, un’insegna quella di un negozio che da tanti anni cattura l’immaginazione di tanti ragazzi, con i coltellini svizzeri dai mille accessori e quelli militari, che richiamano i film di avventura degli eroi di Hollywood. È quella che oggi si chiama “Coltelleria Zoppi” in via Calderia, d’angolo con Corte Portici. E che per oltre quarant’anni è stato il regno dell’“arrotino gentiluomo”, al secolo Romano Bonini.

Oggi l’insegna – posizionata nel 1965, quando Bonini aprì la sua attività – appare gravemente danneggiata. La sua lastra di vetro con le grandi lettere in oro (uno stile comune nelle strade di Lucca) è spaccata in maniera evidente. Storia di una decina di anni fa. Quando un gruppo di non meglio precisati vandali si divertì a scambiare l’insegna per un bersaglio per il poco encomiabile sport del lancio delle bottiglie. Da allora – purtroppo – la vetrina non è mai stata riparata.

Fino a dieci anni fa la coltelleria aveva vissuto sotto la mano esperta e la parola gentile di Romano Bonini, andato in pensione a fine febbraio del 2007. Un artigiano di altri tempi, che ricostruì parlano con il Tirreno la storia della sua attività: «Ho cominciato questo mestiere con i calzoni corti: avevo 12 anni quando andai a fare il piccino di bottega da Osvaldo Carrara in via Elisa. Inizialmente facevo piccoli lavoretti di bottega e osservavo gli arrotini che lavoravano alla mola per apprendere il mestiere. Poi ho lavorato da Paolo Fontana in via Fillungo e nel 1965 mi misi in proprio aprendo il negozio in via Calderia. Negli anni ’60 e ’70 – racconta

Bonini – i barbieri mi portavano i rasoi da arrotare ed era un lavoro abbastanza difficile perchè le lame di acciaio non sono sempre uguali. I calzolai mi portavono i trincetti, poi venivano macellai, pizzicagnoli, i sarti con le forbici ta taglio e molti artigiani delle scarpe di Segromigno».

Quando chiuse, Bonini non immaginava che la sua attività sarebbe proseguita. Anzi, aprlando con il nostro giornale, spiegava che di giovani disposti a fare quel mestiere non se ne trovavano più. Fortunatamente, il signor Bonini si sbagliava. Dopo poche settimane, infatti, l’arrotino avrebbe rialzato la saracinesca come “Coltelleria Zoppi”: un’azienda giovane ma già ben conosciuta, con un punto vendita in piazza Cavour a Viareggio e uno a Camaiore. E con

un sito dove si può comperare ogni tipo di lama si desideri. Così l’attività ha potuto proseguire, anche se con un neo: la nuova insegna apposta sotto la vecchia stride un po’ con quella originale.Ma, soprattutto, ora sarebbe l’ora di riparare i danni di quello stupido lancio di bottiglia.